libri stampati

Prima di arrivare alla ormai diffusissima tecnica di stampa biglietti da visita è utile ripercorrere l’evoluzione della carta stampata sin dal primo manoscritto storico.

In un primo momento il libro stampato tenta di differenziarsi il meno possibile dal manoscritto, emulandone in tutto e per tutto le caratteristiche estetiche (dall’impaginazione all’inserimento delle immagini, dall’organizzazione del testo ai caratteri).

Questa evidente somiglianza era frutto della precisa volontà dello stampatore di conquistare gli acquirenti con un prodotto che risultasse loro “familiare”. Del resto è pur vero che qualsiasi novità necessita di processi lenti per affermarsi e la sua prima espressione è spesso copia dell’esistente.

Va detto, inoltre, che il testo manoscritto non scomparve completamente, ma sopravvisse in alcune zone più periferiche o, in alcuni casi, diventò lo strumento per diffondere le opere che erano state censurate dalle autorità politiche o ecclesiastiche.

I primi libri stampati possono essere compresi in tre principali categorie:

a) libri di natura scientifica o umanistica destinati ad una élite  erudita (dotti ed universitari);

b) manuali per apprendere nozioni di natura pratica (per esempio in relazione alle attività artigianali e mercantili) e rivolti ad un pubblico popolare;

c) trattati ed opuscoli che si ispiravano agli insegnamenti degli Antichi e che si rivolgevano ad un’utenza piuttosto eterogenea.

Il carattere commerciale dei libri stampati

libri stampatiPian piano il libro stampato cominciò ad affrancarsi dall’influenza del manoscritto e a diventare un vero e proprio prodotto di massa, grazie soprattutto all’ingegno degli stampatori.

Questi ultimi, infatti, tentarono di realizzare testi più leggibili e più facilmente consultabili, apportando al libro tutta una serie di modifiche fondamentali.

Innanzitutto fu introdotto il frontespizio, che consentiva al lettore di conoscere i connotati anagrafici delle edizioni (autore, titolo, stampatore, ecc.); in secondo luogo i tipografi cominciarono ad utilizzare caratteri più leggibili, a numerare le pagine e ad inserire titoletti e note allo scopo di facilitare la consultazione del testo come è possibile vedere oggi nella stampa volantini.

Essi, d’altra parte, attuarono una correzione delle bozze sempre più accurata e puntuale, talora affidando questo compito a terzi. Infine agli stampatori non sfuggì che era altrettanto necessario redigere degli elenchi con i titoli dei libri stampati e il nome degli autori, in modo tale da rendere più razionale il proprio lavoro.