L’incidenza statistica delle emorroidi è, a guardar bene, una di quelle che fanno paura: una ricerca condotta qualche anno fa negli USA ha infatti sancito che prima del cinquantesimo anno di età, almeno una volta nella vita una persona su due dovrà fare i conti con queste problematiche di natura proctologica, fastidiose e in qualche caso anche debilitanti.
Conoscere il proprio nemico significa avere maggiori possibilità di sconfiggerlo, perciò è bene sapere che esistono due diverse tipologie di emorroidi. Eccole:
Emorroidi esterne: si trovano nei pressi dello sfintere, perciò possono diventare visibili in caso di prolasso; inoltre hanno molte terminazioni nervose, il che significa che possono dare origine a dolori anche acuti.
Emorroidi interne: come dice il nome, si trovano più in profondità nel canale anale rispetto alle precedenti; inoltre, essendo interessate da meno nervi rispetto alle emorroidi esterne, non danno in genere origine a manifestazioni dolorose ma possono comunque essere la causa di sanguinamenti.
Il fatto che le emorroidi possano sanguinare è dovuto all’irrorazione sanguigna che le interessa, e che dà origine a perdite di colore rosso vivo. Questi fenomeni, così come il dolore e il gonfiore, sono in molti casi innescati dai sintomi di una prolungata stitichezza che rende difficoltosa l’espulsione delle masse fecali.
Tuttavia i sanguinamenti potrebbero essere legati anche ad altri problemi di salute, perciò è sempre una buona idea quella di chiedere il consulto di un medico specialista per approfondirne le cause.